Welcome to the jungle

Secondo giorno a Chiangmai. Mattinata in giro con la guida, visita al centro addestramento elefanti. Sulle prime sembrava una cosa carina, hanno fatto il bagnetto...
poi la mia sensazione è stata un po’ agrodolce. Nel senso...un elefante, per vivere, deve mangiare 100kg di foglie al giorno. Se non c’è lavoro nei campi, l’elefante non mangia e muore di fame. Per animali che, se muoiono giovani, schiattano a 95 anni, non è una bella prospettiva. Al che si guadagnano da vivere con beceri spettacoli che mandano in giubilo il pubblico e facendoli fare giri nella giungla al prezzo di 12 euro l’ora. Per certi aspetti è giusto così...per altri mi fa veramente schifo. Vabbé, contenti loro...
Non avendo voglia di fotografare gli elefanti che giocavano a calcio o che dipingevano con la proboscide, ho preferito fotografarli in maniera indiretta.


Ho deciso: voglio un elefante. E’ docile, intelligente, tenero, puzzolente. Problemi di autonomia ma non di parcheggio: non c’è posto? Sulle macchine c’è sempre posto.
Pranzo in un ristorante immerso nell’Eden (non metto la foto perché poi son troppe e voialtri mi schiattate d’invidia) e gitarella nella fabbrica di orchidee. All’interno c’era anche un’area d’allevamento farfalle. Niente da fare, non si facevano fotografare. Vanitose del cazzo. Al che mi sono incazzato e ho reagito.
Stranamento dopo erano più collaborative.


Tra un po’ si va a cena...è previsto uno spettacolo d’intrattenimento. Se sarà tipo teatro tradizionale giapponese, l’alcool sarà mio caro amico. Poi si va al karaoke!
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