sabato, dicembre 16, 2006

Familiarizzando

Melbourne...una metropoli di tre milioni di abitanti...città che fai fatica a definire tale, sembra più un enorme paesone. Estesa su una superficie molto vasta, ha il centro, la city, piena di stupendi grattacieli. Moderna, viva, pseudofrenetica ma ordinata.
Basta uscire un attimo dalla zona in questione e trovi solo case basse, piccole villette, mai palazzi più alti dei 3 piani, se non in rari casi. Basta uscire un attimo dalla zona sopra citata e senti il silenzio. Sei in tram, su un’arteria cittadina di 4 corsie, il plausibile equivalente di corso Sempione, si aprono le porte e senti gli uccellini.
Il nostro ostello si trova in zona 1. Ovviamente ho scelto un ostello situato SOPRA un pub irlandese. Colazione nel pub (con alcolizzati che già alle 830 bevono birra) e volendo anche cena nel pub, al costo di 7 dollari (4 euro). Birra media alla spina a 3 euro.
La zona 1, il centro, quello che a Milano corrisponde alla cerchia dei bastioni, qui ha un diametro di 25 chilometri. Per fortuna i tram e il servizio di trasporti pubblico funzionano bene.
Tre cose non mancano in questa città:
• Le mosche
• La gentilezza
• Il vento
Partiamo dalla prime. Dev’esserci un enorme letamaio alle porte della metropoli. Mosche fastidiose che appena ti fermi ti si piazzano in faccia. Credo sia nato qui il detto “avere la mosca al naso”. E forse nel quartiere italiano, Lygon Street, è nato il detto “avere la mosca nella sambuca”.
La gentilezza della gente è disarmante. Davvero. Basta tirare fuori una cartina (...che la gente tira fuori il fumo! Ahahaha che simpatia) che la gente ti chiede se c’è qualche problema, se può esserti d’aiuto, se hai bisogno di indicazioni. Non ti guardano male se chiedi di parlare un po’ più lentamente per capire meglio.
Tira sempre un vento del’osti. Ma tanto! A me il vento piace...il problema è che se c’è il sole ti accorgi relativamente di quanto sia fredda l’aria che tira. Se ti sposti un una zona d’ombra tremi dal freddo. Qui sta iniziando l’estate...ma l’aria arriva dal polo sud, ed è veramente freddissima. Però il cielo è sempre azzurro! Lo so, cari milanesi...avete dimenticato il colore del cielo: in inverno è coperto, in estate è bianco. Qui è turchese. Una figata. Le nuvole vanno e vengono, anche se più che altro vanno.
Ultimo accenno alla burocrazia. Avevamo bisogno di una connessione gratuita ad internet. Siamo andati in biblioteca, consegnato il passaporto, ed in 5 minuti eravamo utenti iscritti alla biblioteca di Melbourne. Direi ottimo.
Dovevamo registrarci all’ufficio immigrazione. In 7 minuti, coda compresa, abbiamo fatto tutto. Tutti i nostri dati erano già a terminale. Siamo andati allo sportello, abbiamo consegnato i passaporti e ci hanno applicato il visto, un bell’adesivone in una pagina interna del passaporto.
Stiamo cercando casa, serve un conto corrente australiano. In 10 minuti, coda compresa, abbiamo fatto tutto. Tutto.
Luca: “Buongiorno, siamo dei working holiday makers, dovremmo aprire un account qui”.
Impiegata: “Mi servono i vostri passaporti...voi volete la VISA, giusto?”
Luca: “Sì, quella che costa 6 dollari al mese con operazioni illimitate”
Impiegata: “Perfetto. Tra 4 giorni lavorativi potete venire a ritirarla e caricarci sopra i soldi. Non mi servono firme, né depositi iniziali, né spese di apertura o chiusura”.
Già, proprio come in Italia.