martedì, marzo 13, 2007

Wilsons Promontory (prima parte)

Lunedì è stata festa nazionale. Tipo festa del lavoro, non mi sono bene documentato. Poco importa, se c’è festa il motivo è relativo. Emma ci ha invitato ad aggregarci ai suoi genitori ed al suo amico Marcus per una gitarella al Wilsons Promontory, il punto continentale più a sud, una grande penisola che si protende verso la Tasmania, bagnata dalle gelide correnti antartiche. E’ parco nazionale, uno tra i più famosi e visitati in Australia, a 225 km a sud di Melbourne.
Premessa fondamentale: odio il campeggio. Non ce la faccio, è più forte di me. Se il tempo è bello sei pieno di polvere ovunque, se piove è un delirio. Nei due giorni di soggiorno si sono presentate entrambe le condizioni climatiche. Non ostante, posso con certezza affermare che, come disse Cristoforo Colombo, “ne è valsa la pena, belin!”.
Ci siamo incontrati con Marcus ed Emma il venerdì sera alle 18:30, con un’ora abbondante di ritardo rispetto al programma di marcia. Sosta a metà strada ed incontro con i genitori di Emma, fish&chips per cena (scrocco) e di nuovo in marcia. Arrivo alle 22:30. E’ buio, io e Giò decidiamo di non andare a letto subito e girare un po’ per il campeggio. E facciamo il primo incontro con la fauna locale.
orsetto + koala + topo del naviglio


Ecco un wombat, un marsupiale. Durante la notte girano tranquillamente per il campeggio brucando. Sono schivi, ma mi è stato detto che all’occorrenza s’incazzano. Io li inseguivo come si fa con i piccioni in piazza Duomo ma non è successo nulla.
Sveglia alle 8:30 di sabato, con uccelli e bambini che fanno un fracasso infernale. Ora, mettiamo caso che tu vada in campeggio a Bibione. Ti svegli e trovi passerotti e merli. Qui trovi i gabbiani. Tantissimi gabbiani. Esseri rissosi, iracondi ed attaccabrighe. Poi trovi loro.
kukubaroo


passerotti?



Liberi. Socievoli. Casinisti. Una vera impressione vedere i pappagalli in libertà...ti lascia a bocca aperta. Colazione e ci si prepara per un’escursione. Ti guardi intorno ed il panorama è questo.
lungofiume




Sei sempre più a bocca aperta. Il campeggio è alla foce del fiume Tidal. Ti giri, e vedi questo.
viva la foce



E adesso hai una paresi facciale. Escursione di un paio d’ore per il monte Lilly Pilly Gully (lo so, hanno dei nomi discutibili). Qualcuno si sfoga contro gli alberi.
così impari a toccarmi il culo



Si torna al campo base per il pranzo. La paresi facciale è passata, per fortuna. Pennica e poi si parte alla volta di Squeaky Beach. Camminata di un’oretta circa e si arriva al paradiso.
Squeacky Beach



Il nome della spiaggia deriva dal rumore che la sabbia fa quando viene calpestata. Come se fosse una cerniera aperta (o chiusa) velocemente. Una distesa chilometrica di sabbia finissima e bianca, con mare turchese. Pochissime persone e acqua sui 14 gradi.
celeste



Chi mi conosce sa quanto ami il mare.
Ero in pace col mondo.



La cosa stupenda...anzi, una delle cose stupende è che qui la gente è rispettosa della natura, gelosa del proprio patrimonio. Non c’è una, dico una cicca di sigaretta. Perché mi devono stupire certe cose, dico io? Perché ho visto degli scempi di sistemi dunali in alcune regioni italiane? Perché?
Si torna a casa, giusto in tempo per il tramonto. Un anticipo ve l’ho dato nel post precedente. Ma è poco per descrivere lo spettacolo, le emozioni, i colori.





Nel prossimo post la seconda ed ultima parte.