St. Kilda Festival
Tra un lavoro e l’altro si trova, ovviamente, un po’ di tempo per il divertimento. Così domenica siamo andati ad un piccolo party in spiaggia, un evento modesto con poca gente ed altrettanti pochi casi umani.
Ora.
Prendete una metropoli di circa tre milioni di abitanti.
Collocatevi in uno dei quartieri più trendy, stracolmo di locali ed in riva al mare.
Montate qualche palco per far suonare un po’ di gruppi musicali.
Proibite l’alcool in strada (ma non nei locali)
Chiamate un po’ di amici.
E avrete il St. Kilda festival. Già, non era esattamente un piccolo party...circa 350.000 persone. E’ un festival enorme, molto sentito dai gggiovani del posto. Grande attenzione alla musica...e non sto scherzando. La foto del concertone lì sopra (heavy metal!) rappresenta uno degli otto palchi dedicati alla musica dal vivo, un palco per genere musicale (latin – jazz – house – hard rock – hip hop – punk e alternative – reggae – techno). Livello musicale ovviamente altissimo. Il bello è che tutti questi concerti erano pieni di gente. Se poi non volevi seguire uno dei concerti, potevi incappare in turnisti in cerca di ingaggio, con tanto di groupie.
La foto qui sopra vi serve anche come spunto per farvi un’idea del cattivo gusto femminile nell’abbigliamento. Il 90% della popolazione femminile, qui, si veste con il gusto dell’orrido. Fanciulle che potrebbero essere carine si rovinano completamente indossando i FUSEAUX. No, forse non avete capito...i FUSEAUX. Con sopra la gonna o quelle cazzo di tovaglie con cintura SOPRA l’ombelico. Uno schifo. Farò un post dedicato con galleria fotografica.
Ma torniamo al festival.
Il tasso alcolico dei partecipanti era piuttosto alto, non ostante i grandi controlli da parte delle forze dell’ordine: è vietato bere per strada. Come vedete dalla foto in alto (un po’ sfuocata, ma l’ho fatta di sfuggita), gli agenti di giallo vestiti pattugliavano senza sosta svuotando le bottiglie dei gggiovani e multando i trasgressori. Questo non impediva alla gente di ubriacarsi nei locali o con mezzi di fortuna.
Dopo più di due mesi passati senza il suono delle campane e senza vedere rappresentanti del clero, ho incrociato non un prete, ma ben due suore.
Meno male che c’è il sunset boulevard.
Lo so, vi sto un po’ annoiando con tutti questi tramonti. Ma qui, ogni giorno, è un’opera d’arte differente.
Ora.
Prendete una metropoli di circa tre milioni di abitanti.
Collocatevi in uno dei quartieri più trendy, stracolmo di locali ed in riva al mare.
Montate qualche palco per far suonare un po’ di gruppi musicali.
Proibite l’alcool in strada (ma non nei locali)
Chiamate un po’ di amici.
E avrete il St. Kilda festival. Già, non era esattamente un piccolo party...circa 350.000 persone. E’ un festival enorme, molto sentito dai gggiovani del posto. Grande attenzione alla musica...e non sto scherzando. La foto del concertone lì sopra (heavy metal!) rappresenta uno degli otto palchi dedicati alla musica dal vivo, un palco per genere musicale (latin – jazz – house – hard rock – hip hop – punk e alternative – reggae – techno). Livello musicale ovviamente altissimo. Il bello è che tutti questi concerti erano pieni di gente. Se poi non volevi seguire uno dei concerti, potevi incappare in turnisti in cerca di ingaggio, con tanto di groupie.
La foto qui sopra vi serve anche come spunto per farvi un’idea del cattivo gusto femminile nell’abbigliamento. Il 90% della popolazione femminile, qui, si veste con il gusto dell’orrido. Fanciulle che potrebbero essere carine si rovinano completamente indossando i FUSEAUX. No, forse non avete capito...i FUSEAUX. Con sopra la gonna o quelle cazzo di tovaglie con cintura SOPRA l’ombelico. Uno schifo. Farò un post dedicato con galleria fotografica.
Ma torniamo al festival.
Il tasso alcolico dei partecipanti era piuttosto alto, non ostante i grandi controlli da parte delle forze dell’ordine: è vietato bere per strada. Come vedete dalla foto in alto (un po’ sfuocata, ma l’ho fatta di sfuggita), gli agenti di giallo vestiti pattugliavano senza sosta svuotando le bottiglie dei gggiovani e multando i trasgressori. Questo non impediva alla gente di ubriacarsi nei locali o con mezzi di fortuna.
Dopo più di due mesi passati senza il suono delle campane e senza vedere rappresentanti del clero, ho incrociato non un prete, ma ben due suore.
Meno male che c’è il sunset boulevard.
Lo so, vi sto un po’ annoiando con tutti questi tramonti. Ma qui, ogni giorno, è un’opera d’arte differente.
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