sabato, marzo 17, 2007

Wilsons Promontory (seconda ed ultima parte)

Seconda ed ultima parte dell’articolo sulla gita fuori porta al Wilsons Promontory, la mia prima uscita dalla città in 90 giorni. Lo so, è scandaloso. Mi rifarò nei prossimi mesi, statene certi.
Domenica mattina vengo svegliato non dalla caciara di fanciulli e pennuti, ma dalle raffiche di vento che smuovono la minuscola tenda in cui dormo. Effettivamente fa freschino. Esco e trovo un cielo plumbeo, con continue folate e qualche spruzzo di pioggia. Dannato tempo atmosferico del Victoria.
Noncuranti delle intemperie, decidiamo di partire alla volta della Little Oberon Beach, una spiaggia a 2 ore di cammino e circa 7 chilometri di sentiero dal campeggio. Va benissimo, adoro camminare e la giornata precedente mi aveva caricato non poco.
Dopo aver percorso tutta Tidal Beach, ci inerpichiamo sul sentiero che si trova su questa altura.

Tidal nuvolosa


Non posso non voltarmi per fotografare quella spiaggia che il giorno prima era stata teatro di un tramonto favoloso. La scarpinata è piacevole, ogni tanto si incontra qualche folle che fa footing sul sentiero a strapiombo su sogliere e oceano un po’ incazzato.
Voltiamo il piccolo promontorio che divide le due spiagge e ci troviamo di fronte questa

che sapore ha una giornata uggiosa?


La giornata è proprio uggiosa, c’è molto vento e non fa caldo come il giorno precedente. L’aria frizzante arriva direttamente dall’Antartide, la senti nelle ossa. Ma è pulita, limpida. Ho voglia di assaporarla, di stimolare tutti i miei cinque sensi, è un’occasione irripetibile.

che sapore ha una vita ben spesa?


Siamo circa dieci persone su tutta la spiaggia, si sente solo il vento, il mare e due corvi in cerca di cibo. Scongiurato il rischio di broncopolmonite, mi ritiro in una passeggiata più intimista, osservando l’orizzonte e pensando un po’ agli affari miei.

piccolo punto blu


Una camminata di 2 ore e siamo di ritorno al campeggio. Di comune accordo decidiamo di levare le tende dopo pranzo, il tempo non è proprio dei migliori. Considerando il mio atavico amore per il campeggio, l’idea di dormire con un tetto rigido sulla testa durante le intemperie non può che rendermi felice. Smontiamo, spingiamo la macchina di Marcus che è rimasta a secco di batteria e si riparte. Ci fermiamo in un paio di paesotti, i genitori di Emma han fame, è ora di cena per loro.

woorabin


Che poi siano le 18:30 è un altro discorso. Ne approfitto per rincorrere gabbiani e guardare placidi ed enormi pellicani in un fiume. Con il crepuscolo ci si rimette in viaggio alla volta della metropoli.
Ho ancora in mente quella spiaggia.