domenica, maggio 27, 2007

Una sera, a Melbourne

Giorno libero, mi rilasso e vado a farmi una passaggiata sul molo a vedere il tramonto. Sapete...quei giorni in cui dici "voglio starmene tranquillo per gli affari miei e godermi il tepore autunnale".



Telefonata.

E ora? Che faccio?



Ok, dietro casa c'è una festa di compleanno. Glam.



Lascio il mio ricordo sul biglietto di auguri.



E conosco un mio idolo.


Ecco dov'era finito!

martedì, maggio 22, 2007

Italia, anni '50.

Il martedì ho lezione con una giovane teenager figlia di padre italiano nato in Australia. Come scritto qui, spesso vengo invitato a fermarmi a cena. Questo martedì sera, come d'accordo, sono stato ospite dei nonni italiani della mia studentessa. La nonna a breve parte per una vacanza in Italia a Spinete, suo paese d'origine, ed hanno organizzato una bella serata per salutarla.

Una serata fantastica.

Appena entrato in casa, noti subito le differenze con le normali case australiane. I mobili...la cucina...la credenza con "il servizio buono"...la foto di padre pio ed il santino del paese...la tavola lunga con gli estremi arrotondati...le sedie imbottite e con schienale intrecciato. Le fotografie di nipoti, matrimoni e comunioni.

Ma quello che colpisce di più sono gli odori. Difficile spiegarlo a parole...ma per chi, come me, ha origini anche meridionali, è impossibile non riconoscerlo. Un odore intenso, di legno, di casa vissuta, tipico delle cucine/case/soggiorni dei paesi dell'Italia del sud.

Vengo accolto da Leonardo, il nonno di Pia, la mia studentessa. In tavola saremo in 14, tutti di origine italiana tranne la mamma di Pia. Iniziamo a chiaccherare prima in un inglese un po' così, poi in italiano inframezzato di dialetto molisano, che stranamente capisco benissimo. Sembra d'essere in un'Italia di altri tempi. Come da tradizione, la tavola si riempie: lasagne fatte in casa, carne, insalata, capocollo, pane fatto in casa ed un ottimo rosso di circa 14° fatto in casa anch'esso.

La chiaccherata prosegue tranquilla, vengo a conoscenza che i nonni di Pia sono arrivati in Australia nel 1954. Il mio vicino è Leonardo. E mi faccio raccontare di un viaggio. Mi faccio raccontare di una vita.

Un mese in nave. Partito a 19 anni con l'incoscienza in corpo ed un sogno nel cuore. Lascia un paese dal quale quotidianamente partono pullman pieni di emigranti. Un mese, dal porto di Napoli.
Dove le navi hanno nomi come "Australia" e "Sorrento".
Trenta notti in cabine-container da 20 e più persone.
Trenta giorni in mezzo a mari d'olio e burrasca, con soste a Messina per caricare altri passeggeri. A Suez e Colombo (Sri Lanka) dove vengono calati cestini dagli oblò per comprare del cibo in porto. A Freemante (Perth - Western Australia), dove i primi emigranti scendono stremati dal viaggio. A Melbourne, la sua meta. La nave proseguirà per Sydney e la costa del nord.

Anni in cui si lavorava duro per costruire le infrastrutture che vedo quotidianamente. Difficoltà ad integrarsi conoscendo solo il dialetto molisano. Dove dal fruttivendolo indichi quello che vuoi comprare. E se malauguratamente non c'è ciò che cerchi speri che il commesso parli/capisca l'italiano oppure non compri. Difficoltà ad integrarsi in una società diffidente verso gli italiani. Poi diventata diffidente verso i vietnamiti. Ora diffidente verso i musulmani.

Sono fortunato, non c'è un cazzo da dire.

"Si serva da solo, help yourself". Il calore umano è palpabile. Lascio la casa con una bottiglia in mano ed una porzione di lasagne. La nonna mi invita a cena per quando tornerà.

"Mi commuovo sempre quando vedo degli italiani", mi dice Leonardo con gli occhi lucidi stringendomi forte la mano mentre lascio casa sua. E mi commuovo anche io.

Krupnik

Un normale martedì da leoni.

Mi sveglio con un ritardo di un'ora e mezza sulla tabella di marcia della giornata. Sono le 10:45...tra poco, a mezzogiorno, ho lezione a casa di una giovane signora polacca, e ci vuole mezz'ora ad arrivare.
Devo rinunciare a far qualcosa. La colazione salta. Arrivo in orario ed a stomaco vuoto, alle 12:00 la lezione inizia. Si parla del più e del meno, il discorso finisce su locali gestiti da russi dove si beve un'ottima vodka.

Studentessa: "Wanna try a great vodka from Poland?"
Musicomane: "Actually I don't like vodka so much..." (palla colossale)
Studentessa: "Come on, just a little!" (e versa)
Musicomane: "Well...ok...figa [in italiano nel dialogo], that's enough!"

Ore 12:16, Musicomane è ufficialmente brillo a causa di una superba vodka al miele. Riesce anche a piacermi quell'orrido cagnetto che non fa che sbraitare.

sabato, maggio 12, 2007

Fuseaux mon amour? Bien sur!

A grande richiesta, ecco il post su un piccolo campionario di quello che si può vedere (purtroppo) da queste parti. E' passato molto tempo dall'ultimo post, c'è voluto un po' per raccogliere il materiale...non perchè manchino gli esemplari, ma perchè quasi tutte le foto qui sotto sono "rubate"...e quindi molto spesso gli scatti erano veramente pietosi e d'impossibile pubblicazione.

Troverete abbinamenti discutibili, accostamenti orripilanti, oggettistica di dubbio gusto e tanto altro che, avendo fatto rabbrividire me, farà accaponare la pelle a voialtre/i.

I fouseaux la fanno da padroni. Anche le tovaglie. Purtroppo non son riuscito a fotografare bene uno degli match più frequenti...fouseaux neri e tovaglia blu elettrico (magari con moon boot marroni).

Sì. Avete letto bene.

Siete stati avvertiti.

















Ah, Melbourne...capitale dello stile...

Dai, sono buono.

Se l'ultima cosa che si vede è quella che si ricorda meglio...