domenica, settembre 30, 2007

Fund-raising

Tante, troppe spese. Ora, ok che a Melbourne ho lavorato parecchio...però non posso mica vivere di rendita, soprattutto se il buon Gio (detto anche GiGi) ha un conto corrente più snello del mio.

Abbiamo iniziato seriamente a cercare lavoro. Matteo, il ragazzo di Bormio, lavorava in un ristorante italiano a Fannie Bay...tramite lui abbiamo conosciuto Giuseppe, un ragazzo di Cinisello Balsamo. Lavora nello stesso ristorante e si gode, come noi, il Working Holiday Visa. Per farla breve, abbiamo iniziato a lavorare anche noi. Gli insegnamenti appresi a Melbourne mi sono serviti: la prova è andata bene e guadagno 110$ al giorno per sei ore di lavoro.

Questo ristorante è una fucina di elementi borderline. La proprietaria è in Australia da 38 anni e parla in ciociaro. Sua figlia ha un bellissimo accento australiano ma ogni tanto bestemmia in romano (e se dite il suo nome sentite i cavalli nitrire). E poi abbiamo LUI, Andrea. Nato in Toscana 48 anni fa, in Australia da 28 anni, nostalgico fascista ed amante della PFM. Elargisce perle di vera saggezza ogni cinque minuti. E' un reale piacere lavorare con lui. Ho avuto la brillante idea di girare qualche video, montarlo e metterlo su youtube. Il primo l'avete già visto qui, presto ne arriveranno molti. Anzi, già che ci sono ne metto un altro.




Usciamo spesso con Giuseppe, preso benissimo dalla costruzione di didjeridoo e business con John il meccanico, e con Viviana, ragazza di Verona, mia collega in sala.

Due settimane di lavoro ed il mio conto corrente è più grosso di quando lasciai Melbourne. Il tempo però stringe...cambio di programma e di itinerario: non visiteremo il Queensland e la East Coast...taglieremo il continente secondo l'asse nord-sud, viaggiando qualche migliaio di chilometri per il deserto fino ad Adelaide, per poi raggiungere Melbourne e imbarcarci sullo "Spirit of Tasmania" e visitare uno dei luoghi che ho sempre sognato di vedere.

Vi lascio con una foto...le palline di sabbia che vedete qui sotto sono il residuo dell'attività di tantissimi granchietti che scavano tane sulla battigia.




Ah, ho avuto anche esperienza con il pronto soccorso australiano...mi era entrato un corpo estraneo nell'occhio destro, con tanto di cornea graffiata. Mi sembrava di essere finito all'interno di un episodio di Scrubs.

Musica e Aborigeni

tramonto a Lee point


Passano i giorni e cambiano le compagnie. Michela è partita e con lei tutti i ragazzi citati qui, tranne Bruno che vive e lavora al casinò di Darwin (quindi drinks gratuiti).

Smembrato il gruppo, abbiamo fatto nuove conoscenze. Miho (fanciulla, aka "Yoko Ono"), Keiko (fanciulla, aka "la vecchia"), Taiga (fanciullo, "er furesta"), "quella con gli occhiali" (fanciulla), Tsukasa (fanciulla, aka "Max Pezzali") sono giapponesi che ci han preso in simpatia e praticamente ci seguono ovunque. Poi abbiamo "il polacco" e Vinnie il rumeno. Qualche tedesco di passaggio, tra cui Chris, detto "Zeus"...se gli metti la toga ed un fulmine in mano è identico alla divinità in questione. Cinque inglesi giovanissimi e con il van in panne. Carole "transalpina" e Maria, la sua coinquilina svedese. John, un australiano over 50...la portinaia di Mindil Beach.


Vivendo praticamente a Mindil Beach, siamo diventati amici degli aborigeni che abitano lì. Ormai ci chiamano per nome, soprannome e grado di parentela. E si fanno esperienze stupende, come suonare insieme per ore sotto le stelle.



sabato, settembre 29, 2007

Musicomane il regista

Preparatevi, ne stanno arrivando altri.

mercoledì, settembre 26, 2007

Deus ex Machina

Tempo di lettura, 10 minuti.

La lunga storia che segue ha dell’incredibile. Forrest, il nostro van, ha avuto qualche problema. Qualche problema serio, dannazione. Il viaggio verso El Questro ha decisamente messo a dura prova il mezzo, che ha ceduto ai troppi sforzi.
Una volta arrivati a Darwin ci siamo resi conto che era sempre più difficile mettere in moto il van senza doverlo spingere. Finché, alla pompa di benzina di Nightcliff, Forrest ha deciso di non accendersi più. Fortunatamente c’era il Cowboy con noi, il suo provvidenziale aiuto (e traino) ci ha permesso di raggiungere un vicino meccanico che, dopo una attenta analisi, ha sentenziato:

“Non riesco a credere come si possa girare per l’Australia con qualcosa del genere. Il mezzo è fottuto”.


Ovviamente, riguardo a blasfemia, la mia creatività ha raggiunto livelli degni di un professionista.

Situazione: eravamo senza lavoro, con un veicolo decisamente ridotto male ed un’altissima spesa preventivata per metterlo di nuovo in sesto.

E’ da stupidi non sentire anche almeno un altro parere. Su consiglio di Daniele siamo andati da un altro meccanico, suggeritoci come persona disponibile, onesta ed alla mano. Siamo andati all’officina di cui è dipendente e abbiamo assistito ad un attentissimo controllo del motore. Sembrava un’operazione a cuore aperto.

“E’ messo molto, molto male. Non c’è pressione nei cilindri, le candele sono da cambiare, il carburatore sembra andato...non so cosa possa essere, ma c’è tantissimo lavoro da fare”.


Abbiamo scelta? No. Quindi ci facciamo fare il preventivo. Tra materiali e mano d’opera partirebbero 1500 dollari. Brivido lungo la schiena. John legge chiaramente l’angoscia nei nostri volti e ci fa il seguente discorso.

“Ascoltate, se facciamo il lavoro qui in officina la sola mano d’opera vi costa 85$ l’ora. Se volete possiamo però farlo a casa mia, vi costa 48$ all’ora (in nero) e potete star lì ed aiutarmi, così facciamo prima e spendete di meno”.

Ho capito bene?

Due giorni dopo siamo lì da lui ed iniziamo a smontare il motore. John ci fornisce attrezzi e conoscenza, e noi lavoriamo con lui a fianco che opera su un altro mezzo. A fine giornata ecco cosa abbiamo prodotto.





John ci offre la doccia ed inizia un discorso che mi lascia letteralmente esterrefatto.

“Fatemi capire...voi dormite nel vostro van, giusto? E siete in tre...io vorrei darvi una macchina sostitutiva...fosse per me vi farei dormire qui (ha una tenda in giardino, NdLuca) ma mia moglie si è un po’ stufata di vedere backpakers per casa. Allora, facciamo così: io vi lascio il mio van e lo usate finché non sistemiamo Forrest. Avete tutto, fornelli, frigorifero, cassetti e doccia. Se ci scopate dentro, però cambiate le lenzuola ;) ”.


Ci lascia il SUO van, un Ford Transit riadattato. Non ci potevo credere. Dopo alcuni giorni ritorniamo a casa sua per terminare l’opera. Cambiamo e rimontiamo testata del motore, coppa dell’olio, anelli dei cilindri, guarnizioni, candele, cavi, tubi, filtro dell’olio, filtro dell’acqua, liquido radiatore, olio. C’è con noi anche Michela, che si offre come cuoca per John e sua moglie. Loro accettano ben volentieri, e ci mettono a disposizione la cucina, la doccia e il locale lavanderia per lavare i vestiti. John va con Michela a comprare degli ingredienti per la pasta e ci parcheggia in giardino con piscina e birre a disposizione.

Chiacchero con il meccanico ormai assunto al grado di divinità. Gli chiedo un po’ della sua vita.

“Sei anni fa ho divorziato ed ero con il culo per terra...avevo venduto la mia officina che non rendeva più di tanto ed ero tornato a fare il dipendente. Poi ho conosciuto Lou, la mia seconda moglie. Abbiamo studiato sodo il mercato immobiliare ed abbiamo iniziato ad investire. Siamo stati bravi e fortunati, Ora ho un paio di milioni da parte, non mi interessano più i soldi...lavoreremo altri 4 o 5 anni e poi inizieremo a viaggiare. Non smetterò di fare il meccanico, lavorerò per ragazzi come voi perché mi piace conoscere nuove persone, mi piace il contatto umano”.


Chapeau, ragazzi.

John ci lascia la stanza degli ospiti. Il mattino dopo alle 7 è già lì che lavora. Ci sono da ultimare ancora delle cose, quindi ripartiamo con il Ford Transit. Ritorniamo da lui dopo qualche giorno.

“Ragazzi, io ho fatto il possibile ma non sono ancora riuscito a tirare fuori il 100% da questo mezzo. La pressione dei cilindri è perfetta, ma c’è da cambiare il carburatore...ho girato 3 negozi differenti e me ne hanno dato uno difettoso...sono incazzato nero. Comunque non preoccupatevi, per il carburatore non vi chiedo nulla, è una questione personale. Ci vediamo nei prossimi giorni in officina, che ve ne do uno nuovo e vi insegno come montarlo. Riprendetevi Forrest”.


Non gli avevamo dato ancora un centesimo dei 1000$ pattuiti. Avevamo fatto qualche discorso sul barattare la mano d’opera con lavori di imbiancatura in casa sua, ma ancora nessun discorso serio.

Situazione: van come nuovo, nessuna spesa fino ad allora effettuata, un amico in più.
Andiamo in officina da lui due giorni dopo e cambiamo il carburatore. Forrest ritorna a nuova vita e John ci dice:

“Ho comprato un van, lo sistemo e voi lo rivendete. Se lo vendete a più di 3200$ vi tenete la differenza”.


Nei giorni successivi andiamo a casa sua ad aiutarlo a sistemare questo nuovo van, costruendo parte del letto e organizzando gli interni. Poi andiamo a comprare cuscini, lenzuola ed ammenicoli vari. Abbiamo qualche difficoltà ad evitare che ci dia i soldi per comprare il materiale.

Ieri siamo andati a ritirare il van: ce l’aveva portato vicino Mindil Beach, siamo andati a soccorrerlo perché aveva perso un traghetto...ed era senza soldi e tabacco. Gli abbiamo portato sigarette ed un po’ di birra. Il tempo di vendere il nuovo mezzo e saremo di nuovo in viaggio.

sabato, settembre 08, 2007

La cumpa

Festival di Darwin

L'alta stagione per la turistica Darwin volge al termine. A conclusione di essa ogni anno vi è uno stupendo festival di musica. Sul palco si alternano band locali e noti ospiti internazionali...lo spettacolo è davvero bello.

Ho avuto la fortuna di partecipare all'ultima serata, in compagnia di un nutrito numero di italiani. Oltre al classico gruppo (io, Gio, Michela, Dani), si sono aggiunti amici fiorentini (Cero, Elia, Rocco, GeiPì) di Gio, conosciuti a Perth. Più un ragazzo inglese, Robert, che viaggia con loro, ma che ha capito come ci si atteggia da italiano. Per completare l'opera Matteo (di Bormio), Bruno (di Cosenza), Miguel (spagnolo, 41 anni, in viaggio da 17) e le star della serata (e di quelle a venire): Armand e Stephen (chiamato Marcello)...i migliori francesi che io abbia mai conosciuto.

Robert: "Embé?"


Gio, Marcello, Armand, Cero


La serata si è divisa in due parti ben distinte. La prima tranquilla, a goderci lo spettacolo di una band che vi consiglio, i Double Entendre. Poi sono arrivati Armand e Marcello. Con lo zaino pieno di bottiglie di vino. Sicuramente al metanolo, vista la intrinseca qualità. Se fossi sommelier vi direi che aveva un gusto fruttato...tipo fogna di Calcutta. Ma non sono sommelier e vi dico che faceva solo schifo.

In poco tempo eravamo tutti alticci. Con il concerto di eMDee è iniziato il delirio...musica favolosa, andate sul suo myspace. Ma è solo grazie al sapiente aiuto di Marcello (che vi ricordo, è francese purosangue) lo spettacolo si è trasformato.

Prendete la platea nella foto lì sopra.

Selezionate circa la metà degli spettatori, avendo cura che non vi siano italiani.

Create un passaparola insegnando a soli 3 elementi una famosa imprecazione italiana, anagramma di "odo cipro".

Otterrete cori da stadio molto simili a "orto mio".

E gli italiani presenti, tra cui lei (vedi anche qui, grazie ad Andreanord per la segnalazione), saranno esterrefatti.