venerdì, marzo 30, 2007

Impvenditove



Qualche evoluzione sul fronte lavorativo. Sebbene le notizie relative ad un lavoro nel mio settore non siano ancora esaltanti, mi sono mosso per entrare più a fondo nella società. E qualche risultato arriva.
Si continua a lavorare da Frau Blucher per due giorni a settimana, che ogni tanto diventano tre. Non è decisamente un lavoro esaltante grazie a quella vecchia scavata dall’odio, ma almeno ci sono colleghi che rendono allegri. Come Jolàn, la cuoca indiana, di poche parole ma incredibili prelibatezze. O come Glen Ciccio, l’aiuto cuoco...non c’è un’ora che non mi faccia ridere tantissimo. O come Glen Smilzo il cameriere, gay, che mi fa ridere a suo modo. Vi riporto un dialogo recente.

Ciccio: “Have you ever tried a threesome?”
Smilzo: “Yeah, a foursome as well”
Musicomane: O_O
Ciccio: “Who?”
Smilzo: “Me, two guys and a very hot girl. She’s a slut, but very hot”
Musicomane: (chiedendo allo smilzo) “But...how come? I mean...how happened?”
Smilzo: “We where in a pub, a bit drunk...she asked “why don’t we go to have some fun?”...and we agreed. Could happen. Easy!”
Musicomane: “Easy ‘staminchia!!!”

Ho finalmente iniziato a lavorare al ristorante figo di cui avevo parlato un po’ di tempo fa, il famoso “Caffè e Cucina”, citato sulla Lonely Planet. Il lavoro è duro ma piacevole, la squadra affiatata e ben coordinata...e si mangia da dio. Ho finalmente mangiato nuovamente il Grana Padano, dimenticandomi per un attimo di formaggi locali come il Cheddar ed il Parmesan. E poi pagano bene. Il ristorante è pieno di cartoline dall’Italia...un po’ di nostalgia viene. Non, ovviamente, come quando per puro caso entri alla National Gallery e ti trovi di fronte a cose del genere.

ritratto Manuel Humbert


Un pomeriggio mi trovavo dalle parti della Gallery sopra citata. In tre mesi non avevo ancor messo piede lì dentro, avevo una buona mezz’oretta a disposizione. Dannazione, è stupenda.




La mezz’ora son diventate due ore e mezza, con tanto di pausa nel giardino.




Poi mi son trovato il Modigliani di cui sopra e mi è scesa una lacrimuccia. Sono arrivato alla lezione di italiano con un po’ di ritardo.
Sul fronte delle lezioni di italiano, altre novità. Ho circa 4 studentesse fisse, con alcune che promettono diventare tali ad aprile. Ottima cosa, visto che ad aprile un paio di studentesse partiranno per l’Italia. Recente acquisto una ragazzina di 15 anni: vado a dar lezione direttamente a casa sua. Ho già conosciuto tutta la famiglia: il padre (figlio di molisani) che mi ha proposto di fermarmi a cena per mangiare gli gnocchi fatti dalla nonna, fratello e sorella, il cane giocherellone, il gatto pazzo e la gentilissima mamma che mi ha riaccompagnato a casa dopo la lezione.

Su una Fiat.
Regata.
Grigia.
Con guida a destra e cambio automatico.

Già, si trovano cimeli del genere. A volte anche veri esemplari vintage.

Oh, Giulia...


Ho fatto mente locale, e mi son reso conto che dare lezioni senza emettere fattura è illegale. Ora, considerando che qui son peggio degli svizzeri in quanto a precisione, non mi sembra il caso di essere rispedito anzitempo in Italia per aver chiesto 30 dollari l’ora. Troppa paranoia? Chiedete al mio omonimo, protagonista di questa esperienza.
Al che mi sono informato. Ho passato 45 minuti al telefono con il call center del fisco, con interprete in italiano. Dopo la telefonata chiarificatrice ho chiesto l’ABN, il corrispondente della partita IVA italiana. Quanto ho impiegato? Circa dieci minuti, tutto via internet, gratuitamente. La fattura non ha moduli predeterminati, la dichiarazione dei redditi va fatta entro la fine dell’anno fiscale (30 giugno, il mio compleanno), sono equiparato ad un residente e quindi se guadagno meno di 6000$ non pago le tasse. Pittoresco che la mia prima attività imprenditoriale sia australiana. Il problema è trovare un nome all’azienda. Glen Ciccio ha subito proposto il claim pubblicitario:

“For rich or poor, Luca gives spor”

“Spor” è il suo modo di dire la parola italiana poco fine che denota il liquido seminale maschile. Come nome del business userò un semplice Nome-Cognome...avevo pensato a
Look-a-The Rooter
poi mi hanno spiegato che “rooter”, in slang australiano, sta per “chiavatore”. No, decisamente un nome poco adatto per un’attività che ha come potenziali clienti studentesse del college.


edit: Dopo una settimana mi sono arrivati per posta l'ABN, username e password per i servizi online e cd di installazione del certificato online dell'azienda (devo ancora scoprire a che serva). Il tutto, ovviamente, gratuitamente.

sabato, marzo 17, 2007

Wilsons Promontory (seconda ed ultima parte)

Seconda ed ultima parte dell’articolo sulla gita fuori porta al Wilsons Promontory, la mia prima uscita dalla città in 90 giorni. Lo so, è scandaloso. Mi rifarò nei prossimi mesi, statene certi.
Domenica mattina vengo svegliato non dalla caciara di fanciulli e pennuti, ma dalle raffiche di vento che smuovono la minuscola tenda in cui dormo. Effettivamente fa freschino. Esco e trovo un cielo plumbeo, con continue folate e qualche spruzzo di pioggia. Dannato tempo atmosferico del Victoria.
Noncuranti delle intemperie, decidiamo di partire alla volta della Little Oberon Beach, una spiaggia a 2 ore di cammino e circa 7 chilometri di sentiero dal campeggio. Va benissimo, adoro camminare e la giornata precedente mi aveva caricato non poco.
Dopo aver percorso tutta Tidal Beach, ci inerpichiamo sul sentiero che si trova su questa altura.

Tidal nuvolosa


Non posso non voltarmi per fotografare quella spiaggia che il giorno prima era stata teatro di un tramonto favoloso. La scarpinata è piacevole, ogni tanto si incontra qualche folle che fa footing sul sentiero a strapiombo su sogliere e oceano un po’ incazzato.
Voltiamo il piccolo promontorio che divide le due spiagge e ci troviamo di fronte questa

che sapore ha una giornata uggiosa?


La giornata è proprio uggiosa, c’è molto vento e non fa caldo come il giorno precedente. L’aria frizzante arriva direttamente dall’Antartide, la senti nelle ossa. Ma è pulita, limpida. Ho voglia di assaporarla, di stimolare tutti i miei cinque sensi, è un’occasione irripetibile.

che sapore ha una vita ben spesa?


Siamo circa dieci persone su tutta la spiaggia, si sente solo il vento, il mare e due corvi in cerca di cibo. Scongiurato il rischio di broncopolmonite, mi ritiro in una passeggiata più intimista, osservando l’orizzonte e pensando un po’ agli affari miei.

piccolo punto blu


Una camminata di 2 ore e siamo di ritorno al campeggio. Di comune accordo decidiamo di levare le tende dopo pranzo, il tempo non è proprio dei migliori. Considerando il mio atavico amore per il campeggio, l’idea di dormire con un tetto rigido sulla testa durante le intemperie non può che rendermi felice. Smontiamo, spingiamo la macchina di Marcus che è rimasta a secco di batteria e si riparte. Ci fermiamo in un paio di paesotti, i genitori di Emma han fame, è ora di cena per loro.

woorabin


Che poi siano le 18:30 è un altro discorso. Ne approfitto per rincorrere gabbiani e guardare placidi ed enormi pellicani in un fiume. Con il crepuscolo ci si rimette in viaggio alla volta della metropoli.
Ho ancora in mente quella spiaggia.

martedì, marzo 13, 2007

Wilsons Promontory (prima parte)

Lunedì è stata festa nazionale. Tipo festa del lavoro, non mi sono bene documentato. Poco importa, se c’è festa il motivo è relativo. Emma ci ha invitato ad aggregarci ai suoi genitori ed al suo amico Marcus per una gitarella al Wilsons Promontory, il punto continentale più a sud, una grande penisola che si protende verso la Tasmania, bagnata dalle gelide correnti antartiche. E’ parco nazionale, uno tra i più famosi e visitati in Australia, a 225 km a sud di Melbourne.
Premessa fondamentale: odio il campeggio. Non ce la faccio, è più forte di me. Se il tempo è bello sei pieno di polvere ovunque, se piove è un delirio. Nei due giorni di soggiorno si sono presentate entrambe le condizioni climatiche. Non ostante, posso con certezza affermare che, come disse Cristoforo Colombo, “ne è valsa la pena, belin!”.
Ci siamo incontrati con Marcus ed Emma il venerdì sera alle 18:30, con un’ora abbondante di ritardo rispetto al programma di marcia. Sosta a metà strada ed incontro con i genitori di Emma, fish&chips per cena (scrocco) e di nuovo in marcia. Arrivo alle 22:30. E’ buio, io e Giò decidiamo di non andare a letto subito e girare un po’ per il campeggio. E facciamo il primo incontro con la fauna locale.
orsetto + koala + topo del naviglio


Ecco un wombat, un marsupiale. Durante la notte girano tranquillamente per il campeggio brucando. Sono schivi, ma mi è stato detto che all’occorrenza s’incazzano. Io li inseguivo come si fa con i piccioni in piazza Duomo ma non è successo nulla.
Sveglia alle 8:30 di sabato, con uccelli e bambini che fanno un fracasso infernale. Ora, mettiamo caso che tu vada in campeggio a Bibione. Ti svegli e trovi passerotti e merli. Qui trovi i gabbiani. Tantissimi gabbiani. Esseri rissosi, iracondi ed attaccabrighe. Poi trovi loro.
kukubaroo


passerotti?



Liberi. Socievoli. Casinisti. Una vera impressione vedere i pappagalli in libertà...ti lascia a bocca aperta. Colazione e ci si prepara per un’escursione. Ti guardi intorno ed il panorama è questo.
lungofiume




Sei sempre più a bocca aperta. Il campeggio è alla foce del fiume Tidal. Ti giri, e vedi questo.
viva la foce



E adesso hai una paresi facciale. Escursione di un paio d’ore per il monte Lilly Pilly Gully (lo so, hanno dei nomi discutibili). Qualcuno si sfoga contro gli alberi.
così impari a toccarmi il culo



Si torna al campo base per il pranzo. La paresi facciale è passata, per fortuna. Pennica e poi si parte alla volta di Squeaky Beach. Camminata di un’oretta circa e si arriva al paradiso.
Squeacky Beach



Il nome della spiaggia deriva dal rumore che la sabbia fa quando viene calpestata. Come se fosse una cerniera aperta (o chiusa) velocemente. Una distesa chilometrica di sabbia finissima e bianca, con mare turchese. Pochissime persone e acqua sui 14 gradi.
celeste



Chi mi conosce sa quanto ami il mare.
Ero in pace col mondo.



La cosa stupenda...anzi, una delle cose stupende è che qui la gente è rispettosa della natura, gelosa del proprio patrimonio. Non c’è una, dico una cicca di sigaretta. Perché mi devono stupire certe cose, dico io? Perché ho visto degli scempi di sistemi dunali in alcune regioni italiane? Perché?
Si torna a casa, giusto in tempo per il tramonto. Un anticipo ve l’ho dato nel post precedente. Ma è poco per descrivere lo spettacolo, le emozioni, i colori.





Nel prossimo post la seconda ed ultima parte.

lunedì, marzo 12, 2007

Wilsons Promontory (anticipo)


A breve un articolo.

lunedì, marzo 05, 2007

Tutor, tutoris

cena portoghese


Ho messo la foto perché è caruccia...un po’ sfuocata, ma ero in treno. Recita le seguenti parole:


ATTENZIONE VIAGGIATORI CHE NON PAGATE IL BIGLIETTO
Se non paghi per la tua corsa, qualcun altro lo farà. Potresti eventualmente trovarlo, scusarti e portarlo fuori a cena.


Il soggiorno a Melbourne scorre placido, domingo e carreras. Ormai mi sono abbastanza stufato di lavorare nel settore della ristorazione. Per carità, son sempre soldi e l’affitto è noncurante della provenienza dei medesimi, però la Frau Blucher è abbastanza insopportabile. Vedo costanti defezioni del personale...Benjamin, uno dei miei futuri studenti di italiano, si è licenziato recentemente proprio per l’incompatibilità caratteriale con colei che ha il volto scavato dall’odio. Adesso vi racconto un aneddoto che ha dell’incredibile, ma, ahimé, è tutto vero. Blucher ha un volto scavato dalle rughe, volto che mai, da quando lavoro lì dentro, è stato solcato da un sorriso. L’altro giorno è uscita dal caffè prima del solito...andava al funerale di una sua cara amica morta il giorno prima. Possibile che l’abbia vista ridere e scherzare? Allucinante.
A casa tutto benone, tranne che il vecchio inquilino si è dimenticato di avvisare le compagnie di acqua, luce e gas del cambio di affittuario. Quindi le bollette continuano ad arrivare a suo nome. E non essere pagate.
Dopo 2 mesi ho risolto la cosa: ho chiamato le varie compagnie per avvisarle del cambio ed evitare che ci stacchino le utenze. Ho dato sia il mio nome che quello di Giò. Anche in questo caso, come in Thailandia, hanno fatto un mix perfetto:


veruna? entrambi a casa mia?

Mai storpiato il mio cognome in questo modo, una piacevole sorpresa.

Sto continuamente cercando lavoro nel mio settore, e nel frattempo consegno curricula a destra e manca. Visto che con un’ora di lezione di italiano guadagno quanto due ore nel settore della ristorazione, ho deciso di battere quella strada. Qui l’italiano è una delle seconde lingue più studiate a scuola...la comunità di connazionali e discendenti è piuttosto numerosa. Mi sono informato un po’ e ho trovato alcuni college che insegnano italiano nella mia zona. L’idea di base era di entrare, trovare una bacheca e affiggere il mio annuncio. Ovviamente dovevo chiedere il permesso alla reception. Ecco il dialogo avvenuto nel primo college. Protagonisti il sottoscritto e Susy, avvenente receptionista di 32 anni:


Musicomane: “Buongiorno, SONO un insegnante di italiano, vorrei dare lezioni private come tutor. C’è percaso una bacheca dove poter affiggere un annuncio?”

Susy: “No, non abbiamo questo tipo di servizio...però...vediamo cosa posso fare...”

Musicomane: “Sarei intenzionato a dare lezioni in forma privata, non mi propongo come insegnante nella struttura...”

Susy: “Allora, facciamo così...mi lasci il suo curriculum che passo la richiesta all’ufficio competente. Cerchiamo spesso tutor per gli studenti. Ah, vedo che ha delle referenze, perfetto. Settimana prossima la chiamiamo e ci organizziamo.”

Musicomane stranito: “Uh, ok...le lascio anche l’annuncio che avevo intenzione di affiggere...”

Poi la conversazione si è spostata su come mi trovo in città, se ho girato lo Stato (non ancora, dannazione), se sono stato al St. Kilda festival... Poi mi chiama dietro al bancone della receprion e mi mostra su net le sue foto porno. No, scherzavo...mi ha fatto vedere il sito di un parco naturale qui nel Victoria e mi ha caldamente consigliato di visitarlo.
Sono esterrefatto da cotanta gentilezza. Perché una situazione simile si è ripetuta in altri 2 college che ho visitato. Fantastico. Ovviamente college privati...che dentro ci vanno i figli dei top spender ;)
L’altro ieri al mare...eccone un altro...